Caterina Cartasegna Bruni:
una serravallese insignita dalla comunità ebraica italiana nel 1956
Caterina (Rina) Cartasegna è impiegata da anni presso il Comune di Serravalle. Dopo l’8 settembre 1943 e l’occupazione tedesca del paese, un giorno giunge al Municipio un gruppo di SS proveniente da Stazzano e si insedia nei locali dove attualmente è ubicata la sala riunioni del Consiglio comunale.
Sono locali di passaggio, gli impiegati vanno e vengono: Rina, passando con una pratica, vede una lista manuale delle SS e non può trattenersi dal lanciare un’occhiata. Tra i tanti riconosce un nome: è quello di una famiglia di Ebrei, la famiglia Dadone, che abita in via Abbazia. Rina li conosce, proprio perché abita nella stessa strada.
E’ il periodo dei rastrellamenti degli Ebrei, che vengono inviati ai campi di raccolta come Carpi e Fossoli, da cui partono i trasporti per i campi di sterminio dell’Est. Caterina forse ignora tutto questo, ma intuisce il pericolo: si sta preparando una retata.
Fingendo indifferenza, termina il suo orario d’ufficio e poi corre verso la casa dei Dadone: è un tragitto non privo di pericoli, in quanto a circa un centinaio di metri, a Villa Caffarena, si trova il Comando della Wehrmacht, c’è pieno di ufficiali e di soldati. Per chi aiuta gli Ebrei, c’è l’arresto immediato.
Tuttavia, Rina vince la paura e si ferma nella casa di via Abbazia ad avvertire i Dadone. In fretta e furia la famiglia israelita prepara la fuga, raccoglie poche cose, si rifugia in un cascinale in località Picareto, verso Arquata, e fa sparire le proprie tracce, scampando a una morte quasi certa.
E’ bastato il piccolo grande gesto di coraggio di Rina per salvare delle vite umane.
Negli anni ’50 la comunità ebraica italiana riconoscerà il gesto di Rina, come quello di tanti oscuri “giusti” che, nella tragedia della Shoah, hanno consentito la salvezza di Ebrei perseguitati.
Da tempo Rina Cartasegna, soprannominata “a Rina du cine”, perché la sua famiglia gestì il Cinema Italia a Serravalle, non è più con noi: ma il suo gesto va ricordato come simbolo del coraggio di tante donne nel rogo immane della guerra.
“Di fronte al male si può sempre dire un sì o un no!”
ANPI sez. Martiri della Benedicta Serravalle Scrivia- Stazzano